Il circo (mediatico) degli animali(sti)

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In questi giorni l’attenzione dell’opinione pubblica è tutta concentrata su Caterina Simonsen, la studentessa di Veterinaria all’Università di Bologna di 25 anni colpita da 4 malattie genetiche rare che si è dichiarata a favore della ricerca scientifica sugli animali. Nei suoi video ha spiegato che è viva grazie alla sperimentazione animale: «Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete regalato un futuro». Ma gli animalisti erano già lì pronti sul piede di guerra ed è partita subito la polemica sui social network con offese, insulti e minacce di morte alla ragazza malata. Malata, ma ancora viva.

Essendo questo blog uno spazio dedicato alla comunicazione, non entrerò in merito della questione (favorevole/contrario alla sperimentazione animale) e non andrò ad alimentare la querelle che sta animando l’attuale dibattito pubblico. Però ho due riflessioni da fare:

1) La prima riguarda il circo mediatico allestito dai mass media intorno al caso Caterina. Un vero e proprio big carnival che mette in scena la sovraesposizione dei sentimenti che gravitano intorno al fatto di cronaca attuale. Infatti, il caso ha avuto una grande (sproporzionata?) copertura mediatica da parte della tv, dei social network e delle principali testate online e cartacee. E adesso ogni singola frase, post su Facebook o video commovente viene ripreso dai media e fatto rimbalzare dall’uno all’altro. Insomma, per qualcuno Caterina è andata alla ricerca di 15 minuti di celebrità escogitando una «comunicazione costruita a tavolino». E i media, come al solito, ci marciano sopra. Così assistiamo all’ennesima strumentalizzazione mediatica del “tema caldo” di turno.

2) La seconda osservazione riguarda gli umani che diventano disumani. La studentessa ha ricevuto ben 30 auguri di morte. E, a leggerli bene, non sono roba da poco. Quanto vale una vita? Nell’ordine naturale del mondo si può fare una graduatoria? Se avessi voglia di scherzare e facessi finta di essere Dio, direi di no. Ma l’argomento non mi ispira molta ilarità. Ho solo un pensiero in testa: quando i sentimenti offuscano la ragione, quando l’amore incondizionato per qualcosa (gli animali, in questo caso) sfocia nell’odio verso qualcuno (qui Caterina) non è mai positivo. Nonostante questo, il delicato tema favorevole/contrario alla sperimentazione animale andrebbe valutato caso per caso.

Forse a volte è solo questione di mettersi nei panni degli altri. A questo punto la domanda sarebbe solo una: e se fosse successo a te?