Breaking news, tra informazione e manipolazione

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Quando avvengono avvenimenti tragici o di grande rilievo, l’informazione istantanea (con le cosiddette breaking news) svolge un ruolo importantissimo, perché tutti vogliono sapere, tutti hanno sete di notizie ora per ora, minuto per minuto. I mass media sono quindi i nostri principali referenti, sono coloro che selezionano e filtrano notizie, opinioni e immagini con la convinzione di essere imparziali e obiettivi. Ma purtroppo non sempre è così e, soprattutto subito dopo un fatto tragico di grandi proporzioni, l’informazione può essere distorta, spettacolarizzata o incorretta.

«Nell’era dell’informazione istantanea, le dicerie sono la realtà», scriveva Marshall McLuhan mezzo secolo fa. D’altronde, la natura fluida delle breaking news è amplificata dai social network, cassa di risonanza della notizia stessa: è dunque compito degli utenti riuscire a dividere le notizie giuste da quelle sbagliate, le foto vere dalle foto ritoccate, i fatti nuovi da quelli vecchi.

Il sito web On the media ha scritto un manuale di sopravvivenza alle breaking news di eventi di portata globale. Da leggere, stampare e attaccare alla parete.

  • Subito dopo l’evento, i mass media faranno degli errori;

  • Non credere alle fonti anonime;

  • Non credere alle storie che citano un’altra testata come fonte dell’informazione;

  • Non c’è quasi mai un secondo terrorista (se viene menzionato dai media puoi quasi sempre ignorarlo);

  • Fai attenzione al linguaggio usato dai media: “Ci arriva notizia che”, “Ci hanno segnalato che”, “Siamo alla ricerca di conferme”, “Fonti dicono che”… Con queste espressioni i media si espongono, ma non sono ancora abbastanza sicuri per confermare;

  • Cerca sempre i media vicini al luogo dell’incidente;

  • Confronta fonti diverse;

  • Le notizie di grande rilievo fanno emergere i truffatori. E quelli che usano Photoshop;

  • Attenzione al retweet compulsivo. La responsabilità è anche tua.

PS. Viviamo nel mondo giusto, ma nel modo sbagliato. Di fronte alla paura e al terrore, i fomentatori dell’odio e i guerrafondai sono i primi a parlare. Sta a noi non cedere alla rabbia. È essenziale provarci. Anzi riuscirci.