Viva l’Italia (senza Berlusconi)

Giovedì 1 agosto durante la sentenza Mediaset della Corte di Cassazione, Silvio Berlusconi è stato condannato in via definitiva per frode fiscale a quattro anni di reclusione (di cui tre condonati per via dell’indulto e uno da scontare ai domiciliari o con l’affidamento ai servizi sociali). Inoltre è stato stabilito che i termini dell’interdizione dai pubblici uffici dovranno essere definiti in un altro processo d’appello (the neverending story).

Dopo la sentenza Mediaset, Berlusconi ha girato un video messaggio per parlare alla Nazione. Il frame (Palazzo Grazioli) è il solito, ma stavolta l’atmosfera è diversa, più tesa. Niente ironia o sorrisi. In circa nove minuti ha raccontato la storia della sua vita politica: dalla discesa in campo del ’94, passando poi dall’odierna sentenza, fino al richiamo dei «giovani migliori e le energie migliori» per rimettere in piedi Forza Italia. E il filo conduttore di questa storia, il fil rouge che intesse tutto il racconto, è la Magistratura. O meglio, «un vero e proprio accanimento giudiziario che non ha eguali nel mondo civile» (parole sue).

Questo è ciò che si chiama strategia di spostamento dell’attenzione. L’obiettivo è quello di distogliere l’interesse dei media dallo scandalo, rivolgendolo verso altre vicende. Ecco perché insiste tanto sulla Magistratura corrotta, i giudici di sinistra e «l’azione fuorviante della magistratura». E sempre la Magistratura viene definita come «un soggetto irresponsabile» la quale, grazie alla sua «azione ininterrotta», «fece cadere il governo nel ’94».

Ovviamente non è la prima volta che B. utilizza questo metodo: lo aveva già fatto durante il Rubygate o gli altri scandali sessuali, portando tutta l’attenzione sulla questione della privacy, cercando di difendere la sua sfera intima e personale.

In questo modo, Berlusconi si ritrova al centrocampo in posizione di attacco, non di difesa. Passa da accusato a vittima. Da colpevole a eroe.

Il video messaggio è una storia perfetta: c’è un antagonista (la Magistratura) e il paladino che è chiamato all’urgenza per risolvere i problemi che affliggono il Paese. E «in cambio di un impegno di 20 anni quale è il premio? In cambio dell’impegno che ho profuso nel corso di quasi vent’anni a favore del mio Paese, giunto ormai quasi al termine della mia vita attiva, ricevo in premio delle accuse e una sentenza fondata sul nulla assoluto, che mi toglie addirittura la mia libertà personale e i miei diritti politici». Già, non poteva certo mancare l’accusa di irriconoscenza che va ad accentuare ancora di più il suo status di vittima. Vittima dello stato, vittima della legge, vittima dell’intero Paese. Sembra un mondo coalizzato contro Mr. B., che tutto giri intorno a lui e che il resto non esista. Intanto l’Italia muore lentamente.

Infine, Berlusconi conclude il suo discorso con: «Viva l’Italia, viva Forza Italia». Uno slogan già sentito migliaia di volte. Uno slogan di una vecchia pubblicità ormai passata di moda.